lunedì 11 gennaio 2010

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Dopo un pomeriggio passato a comporre in casa del nostro batterista con il gruppo, e dopo un attento ascolto di svariati brani tecno e tecno death metal, il probo batterista si degnò di infilarmi dentro le orecchie buona musica prestandomi un disco di tutto rispetto.
A dir la verità si tratta di una raccolta che comprende alcuni dei più famosi brani registrati da Miles Davis e John Coltrane (nonché Chambers al contrabbasso, Bill Evans Cannonball Adderley ecc. ecc.) dal 1955 al 1961.
I pezzi vengono eseguiti attraverso i principi del jazz modale,gli accordi non seguono la normale armonia tonale (in poche parole chi se ne frega se dopo un do ci sta bene un sol un re e un fa) e a ogni accordo viene associata una scala (es. pentatonica o diatonica) diversa,dando atmosfere e colori sempre diversi all'accordo.La normale successione di accordi viene sostituita dalle varie scale eseguite, dando potenzialmente al musicista l'opportunità di usare quasi tutte le note esistenti.
Il risultato di questo intricato ragionamento armonico (soprattutto mentale,ci sarebbe molto da dire ma è impossibile spiegare tutto, nel caso iscrivetevi in qualche corso di jazz) è un qualcosa di magnifico,un continuo schiarirsi e incupirsi,con un susseguirsi di colori sempre diversi, dove la personalità dei musicisti esce sempre fuori.
I musicisti,come ovvio, sono la parte più importante. Lo stesso pezzo eseguito da due artisti diversi creerà due pezzi diversi da loro.
Miles Davis nel silenzio era capace di dare una spiegazione di mille perché con una sola nota, Coltrane spezzettava e triturava le scale riproponendole in maniera diversa ogni secondo, creando un arcobaleno di colori.
Per molti tutto questo è inutile musica suonata a caso, per altri sono una dimostrazione di forza.Molti non si accorgono che il vero fastidio sono le persone con la puzza sotto il naso che sentono questa musica.
Per me che ascolto un po' tutto è musica da sentire e da apprezzare, come ogni genere ha le sue schifezze e le sue bellezze, ma di certo non si tratta di musica da sopravvalutare o da snobbare con inutili dichiarazioni tipo "tutte queste note a caso".
Detto ciò, pubblico il video di uno dei miei brani jazz preferiti.

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